Il commento di questa partita l’ho voluto chiamare “tattica e strategia”.
A mio avviso la differenza fra un bravo giocatore di diplomacy e un campione di diplomacy sta nel fatto che il primo solitamente è un bravo tattico, un bravo diplomatico e un bravo stratega mentre il secondo è un bravo tattico, un bravo diplomatico e un ottimo stratega.
Se invece si hanno i primi due requisiti (tattica e diplomazia) ma non si possiede il terzo temo che non si diventerà mai un buon giocatore.
In ogni caso il titolo deriva dal fatto che ad un certo punto di questa partita, un giocatore, e sto parlando del neo campione italiano Curzio Facoetti, che con la sua Russia stava giocando una partita tatticamente ineccepibile stava commettendo un madornale errore di strategia.
Siamo all’inizi del 1905…
Russia e Austria hanno ormai quasi completamente distrutto la Turchia di Giuseppe Salerno (che devo ammettere, si è difeso come un leone!), la logica ora avrebbe voluto che i due alleati attaccassero il loro vicino comune, ovvero la mia Germania.
In quell’anno L’Austria occupa la Boemia e il Tirolo, la Russia invade la Slesia, io avevo subodorato l’attacco già da un po' ma, occupato ad ovest contro Francia e Italia, ero solo riuscito a posticiparlo di una stagione chiedendo un bounce all’Austria. Tutto sembrava proseguire bene per loro quando prendo in disparte Curzio e cerco di farlo ragionare.
La classifica generale, prima dell’ultima partita, vedeva Luca Pardini e Andrea Rosati (non presente) primi con 188 punti e io terzo ad appena 8 punti di distanza. Curzio era in fondo alla classifica causa le prime due partite andate male. Luca Pardini e Giuseppe Salerno (credo fosse 5°)erano i principali competitors di Curzio alla vittoria finale e lo scopo di Curzio era fargli fare meno punti possibile (oltre che ovviamente farne tanti lui). Con l’eliminazione della Turchia di Giuseppe al tavolo il problema Salerno si poteva dire risolto. Rimaneva Luca Pardini su cui però Curzio poteva ben poco in quando stava giocando all’altro tavolo. L’unica cosa che poteva fare per fargli prendere meno punti era far vincere il torneo a chi gli stava immediatamente dietro ovvero io.
Una mia vittoria al tavolo o un secondo posto avrebbe significato probabilmente la mia vittoria di tappa e questo fatto avrebbe significato 500 punti in meno a Luca Pardini che sarebbero stati determinanti per fargli vincere il CISD.
Solo che Curzio nel 1905 stava attaccando me…
ovvero si stava “suicidando” da solo… stava letteralmente buttando il CISD alle ortiche…
un evidente errore strategico che provai a fargli capire. Lui mi rispose che non se la sentiva di tradire il suo alleato austriaco (Francesco Conte),intento davvero nobile ma cercai di fargli comprendere che mai tradimento sarebbe stato più giustificabile nel post partita.
Gli dissi anche che ci sono momenti in questo gioco dove bisogna prendere delle decisioni pensando solo all’obiettivo finale che in questo caso era quello di vincere addirittura il CISD.
Curzio annuì ma non mi diede subito una risposta, dopo qualche minuto però mi richiamò e mi disse che avrebbe attaccato l’austria. Gli risposi con un sorriso e che lo avrei aiutato.
Questa semplice decisione permise:
1) A me di non perdere centri, continuare indisturbato l’attacco a sud e finire secondo con 10 centri e vincere la tappa;
2) A lui di vincere il tavolo e scalare tanti posti in classifica che gli permisero di vincere il CISD.
Un intero campionato giocato in un singolo momento di una singola partita…adoro questo gioco anche per questo .
Complimenti Curzio…hai preso la scelta giusta al momento giusto e ti meriti il titolo di CAMPIONE ITALIANO.
Luca Pazzaglia